5 Aprile, 2024 - 21:00
Senza Filtro
Eccentrici Dadarò
regia di Fabrizio Visconti
con Rossella Rapisarda e musiche dal vivo Marco Pagani
scene di Marco Muzzolon
costumi di Mirella Salvischiani
fotografia di Angelo Redaelli
Con il Contributo di Regione Lombardia Progetto NEXT 2012
Luogo: Centro Civico Agorà, Sala Polivalente - via Monviso, 7 - 20044 Arese (MI)
Biglietti:
Posto Unico €. 12,00
Ridotto under 14 €. 5,00
Acquistando il biglietto Posto Unico online prezzo speciale di €. 11,00
TICKET
1 novembre. È “la notte dopo”.
L’ultimo appuntamento per chiudere una storia, per mettere un finale a un libro di appunti scritti giorno per giorno, attimo per attimo, battito per battito. Pagine che in un istante volano via.
Il luogo dell’appuntamento: il Bar Charlie, sui Navigli di Milano, dove l’Alda passa giornate a scrivere, parlare, ridere, incontrare, fumare, consumare la sua voglia di stringere in mano una vita troppo spesso lontana dal mondo. I protagonisti: un angelo custode e “l’Alda”. Ma oggi è “dopo”. È tutto vuoto al bar. Nemmeno un caffè. Dove sono finiti il Pier, la Ginetta, il Renato, il Giancarlo, dov’è l’Alda?
Eppure sembra ancora di sentirle quelle voci e di rivederle quelle facce, facce in bilico, facce incompiute, facce di anime amanti di un amore senza filtro, che non si protegge dalla vita, di un amore vietato, perché troppo amore ti cambia, ti rende diverso, ti rende pericoloso… e allora meglio rinchiuderli quelli così, meglio rinchiuderli dentro una casa, dentro un ruolo, dentro una corsia di manicomio, dentro un bar.
Due sedie, una macchina da scrivere, un finale da trovare. Ora. L’epilogo del libro di una vita e l’Alda non c’è… o forse aspetta che il suo custode, quello strano clown che non capisce bene come funziona la vita, impari a fumare…
Fantasmi, angeli, uomini… oggi la terra sembra non essere mai stata tanto vicina al cielo.
E quella musica del Charlie… sembra quasi di sentirla ancora.
Senza filtro è un invito a conoscere il “dietro le pagine” di una donna che fu un inno alla Vita e all’Amore, quell’Alda Merini condannata e salvata dalla sua poesia.