Fuori Campo
Barabba's Clowns
di Ferruccio Cainero
regia di Ferruccio Cainero
con Giada Frandina e Francesco Giuggioli
SINOSSI:
Un ragazzo ed una ragazza si incontrano per caso in un’oscura cantina. Lui è uno “scappato di casa”, lei è attratta dai luoghi bui e abbandonati. Per un divertente equivoco lei scambia lui per un vampiro e lui la asseconda credendo di rendersi interessante. Ma in quella cantina non c’è campo e i due ragazzi non possono fuggire la realtà e rifugiarsi nel mondo virtuale dei social. Scopriranno così che essere un vampiro “reale” non è semplice. Anche essere un ragazzo e una ragazza in carne ed ossa non è semplice…. la realtà spesso può essere dolorosa, ma anche molto, molto affascinante, appassionante, divertente e ….quella cantina nasconde un tesoro. Quale?
NOTE DI REGIA:
Tanti libri, studi e saggi da riempire intere biblioteche sono stati scritti sulla problematicità dell’uso di questi mezzi così “onnipotenti”, come lo smartphone da parte dei giovanissimi.
Agganciare l’attenzione dei ragazzi per portarli a teatro, usando in scena tecnologie digitali e quant’altro è, secondo me, come offrire vino e birra gratis per attirare gente a cui spiegare che l’alcol va assunto con moderazione.
Nel mio spettacolo ho scelto due bravi attori, un ragazzo ed una ragazza, molto espressivi e spontanei. Capaci di emozionarsi ed emozionare. Gli ho cucito addosso una storia semplice e divertente, un incontro casuale in un luogo dove il telefonino non funziona. I ragazzi si ritrovano fuori campo, lì dove cresce la rosa del sior Melampo, col gambo d’argento e i petali d’oro, che chi la trova, trova un tesoro. In particolare, per la figura del Vampiro vanaglorioso, l’autore è grato a Plauto per il Miles Gloriosus e ad Angelo Beolco per il Parlamento del Ruzante che viene dal campo. Per il contesto psicologico a Manfred Spitzer neuroscienziato, autore del libro: Solitudine Digitale (2016). Per il confronto sui giovani nella società di oggi al sociologo Mauro Magatti.
Un grazie anche alla quarta classe (oggi maturandi) del Liceo Rebora di Rho per il confronto diretto con loro.
SPUNTI SUL TEMA TRATTATO:
Esponiamo dei commenti di alcune ragazze e ragazzi di un liceo di RHO che hanno partecipato allo studio artistico dello spettacolo.
Tema dell’identità: quanto è difficile essere se stessi?
“Quando si vive una situazione difficile, che sia a casa o a scuola, è meno doloroso mentire per sentirsi apprezzati.” Viviamo in un mondo che spesso valorizza solo le apparenze esteriori e i nostri successi e, il più delle volte, vede di mal occhio le nostre cadute e insuccessi”; “Mi ha colpito come Sara parli della sua grande inquietudine su come vivere, non si sente accettata per quello che è, per la sua curiosità e la sua passione verso la scoperta. Lei stessa dice che per farsi accettare dagli altri deve fare la “stupida”, deve fare una che non è, mettendosi una maschera”.
Lo spettacolo fa riflettere
“Lo spettacolo cerca di insegnare valori importanti, ma mai imponendoli; infatti, viene sempre lasciata aperta una finestra tramite la quale ciascuno può trarre le proprie conclusioni. Solo in questo modo si riesce a cogliere il costante senso di delicatezza, che, unito ad una eccellente recitazione, rendono il testo realistico e per nulla banale o superficiale.”
Alternanza di stili diversi
“Devo ammettere che i dialoghi mi sono sembrati fantastici. C’erano momenti divertenti perfettamente bilanciati a quelli in cui mi sono ritrovato a pensare -wow, è esattamente così che mi sento anch’io ogni tanto-”. “Il registra, è comunque riuscito a dare una nota divertente a tutto, ed è questo che mi ha colpito. Spesso vengono trattati questi temi dell’adolescenza ma in modo troppo superficiale o al contrario troppo drastico, ma con questo tono serio ma anche divertente mi sono rimaste impresse molte più riflessioni”
Raccontare gli adolescenti
“L’adolescenza è una fase complicata della vita, piena di dubbi e insicurezze; molto difficile da descrivere da fuori, perché non si riesce a comprendere totalmente ciò che succede nella mente di un adolescente.” “Il regista di questo copione ha descritto le principali sensazioni e idee di un adolescente, ma non entrando nel particolare e neanche risultando un po’ banale. È come se gli autori avessero letto nei nostri pensieri e li avessero messi su carta”. “L’adolescenza è preziosa, come dicono soprattutto i più grandi, allora io vorrei fare vedere a tutti questo spettacolo e consegnare a tutti i messaggi e il significato che ci sta dietro.”
Lo smartphone media le relazioni
“È triste vedere quanti ragazzi stiano vivendo l’intera adolescenza solo su internet e online.”
“Mi è piaciuto molto il graduale abbandono del telefonino per aprirsi ad una conversazione sincera, alla quale, oggi, siamo sempre meno abituati. All’inizio i ragazzi conversano perché costretti dalla mancanza di campo. Cercavano spesso appoggio nello smartphone nei momenti di imbarazzo o di vuoto, quasi come un automatismo; l’appoggio tanto sperato, però, non viene trovato; perciò, sono costretti a continuare a parlare, fino a che la conversazione non diviene spontanea e il telefono passa in secondo piano.”
Il paragone adolescente – vampiro
“Molto originale e allo stesso tempo molto accurato il parallelismo dell’adolescente con la figura del vampiro. I due hanno molto in comune: per esempio, la sete di sangue dei vampiri è un impulso incontrollabile e devastante di cui egli non può fare a meno, così come gli impulsi di un adolescente che sono incontrollati”.
Tema della paura
“Sentimento davvero tanto presente in questa generazione. Sono d’accordo quando la protagonista afferma che la paura ingrandisce i problemi. E questa paura è spesso provocata dal pensare troppo. Pensare e ripensare alle stesse cose per troppo tempo diventa fonte di ansia molto frequentemente. Ansia uguale paura e viceversa. Parlo della nostra generazione, che ha vissuto un periodo difficile negli ultimi anni, quello del Covid-19″. “La parte che ho trovato più bella è stata certamente la fine; penso che le ultime parole dei protagonisti siano molto toccanti e significative”.
GENERE:
TEATRO-RAGAZZI, CLOWNERIE, PROSA, TEATRO DI NARRAZIONE
FASCIA ETÀ PUBBLICO:
dai 12 ANNI
ARGOMENTO SPETTACOLO:
L’adolescenza e la costruzione della propria personalità. La scoperta di se stessi. La tentazione di nascondersi dietro un avatar. Il bullismo. L’apparenza e la paura del giudizio altrui. L’invidia.
DATI TECNICI
Spazio scenico: misure minime 7 m per 5 m ideale in teatro, necessario
l’oscurabilità della sala.
Corrente: 3 Kwatt
Impianti: forniti dalla compagnia
Durata: 60 minuti