L’albero m’ha parlato
Barabba's Clowns
di Ferruccio Cainero
regia di Ferruccio Cainero
con Giada Frandina o Francesco Giuggioli
(in produzione disponibile da marzo 2026)
Genere: teatro per le nuove generazioni – teatro in natura – monologo scientifico.
Argomento spettacolo: Intelligenza delle piante, rispetto dell’ambiente, mondo vegetale, evoluzione della specie, sostenibilità.
Pubblico: per tutti – dai 6 anni
Sinossi:
Il signor Piantoni o la signora Piantoni, dopo un periodo in cui erano diventati decisamente sovrappeso, sono stati costretti per tre mesi a nutrirsi solo di insalate. Finché, un giorno, passeggiando nel bosco, si sono accorti di qualcosa di straordinario: erano diventati capaci di dialogare con le piante.
Il dialogo con la piantina è divertente e coinvolgente, perché il signor o la signora Piantoni raccontano al pubblico ciò che la pianta vede, sente e dice.
L’intento non è quello di umanizzare la pianta, ma di invitare il pubblico – e in particolare i più piccoli – a guardare la vita dal punto di vista delle piante: esseri viventi che non hanno gambe per spostarsi, né muscoli, né occhi, né orecchie, eppure vedono, sentono, esplorano il terreno, comunicano tra loro e, secondo il professor Mancuso, quando sono “bambine”, sembrano persino giocare – o almeno così fanno certe piantine di fagiolo.
“Un'avventura tra radici, tarantelle e misteri verdi”
Spunti sul tema trattato:
Basandoci sulle pubblicazioni divulgative del professor Stefano Mancuso, professore ordinario presso l’Università di Firenze e direttore del LINV – Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale – nonché su quelle di Paco Calvo, professore di filosofia della scienza presso il Minimal Intelligence Lab (MINT Lab) di Barcellona, oltre che su numerosi altri contributi scientifici, ci sentiamo legittimati, noi commedianti, giullari e pagliacci, ad affermare con coscienza serena che la vita è intelligenza.
Non esiste essere vivente – batterio, pianta, pesce o animale – che possa vivere senza possedere un minimo di intelligenza: la capacità di percepire, in qualche modo, una differenza tra sé e l’ambiente, e di conservare una memoria che gli consenta di elaborare strategie per la sopravvivenza.
Se poi consideriamo che le piante abitano questo pianeta da milioni e milioni di anni, ben prima della comparsa degli animali, che sono loro a fornirci gran parte dell’ossigeno che respiriamo, e che costituiscono circa il 95% della biomassa terrestre, allora comprendiamo quanto abbiano da insegnarci se solo imparassimo a conoscerle e ad ascoltarle. Le piante sono i nonni, e tutti gli altri esseri viventi sono i nipotini.
Note di regia:
Lo spettacolo prende forma come un monologo della durata di circa 50 minuti, pensato per accompagnare il pubblico – a partire dai bambini e dalle bambine – in un viaggio ironico e poetico nel mondo vegetale. La narrazione, pur nella sua leggerezza, si fa veicolo di meraviglia e consapevolezza: un invito a scoprire la ricchezza e la bellezza delle piante, a rispettarle e a riconoscere in esse una possibilità di comunione profonda con la vita. Dal punto di vista drammaturgico, abbiamo scelto di sviluppare il testo lavorando in parallelo con due interpreti – un uomo e una donna – per esplorare le diverse sfumature che il racconto può assumere a seconda della voce narrante. Questa doppia prospettiva ci ha permesso di indagare non solo le variazioni di tono, ritmo e sensibilità, ma anche di arricchire la scrittura con una pluralità di sguardi. Lo spettacolo è concepito per essere rappresentato in natura, ovvero in un contesto ambientale che non funge semplicemente da sfondo, ma diventa parte viva e attiva della scena. Parchi, giardini, boschi e paesaggi naturali offrono una dimensione immersiva, dove il dialogo tra attore, pubblico e ambiente si fa esperienza sensoriale e poetica. Tuttavia, la struttura narrativa e la semplicità della messa in scena lo rendono facilmente adattabile anche ad ambienti chiusi, come aule scolastiche o spazi teatrali, mantenendo intatta la sua forza evocativa.
La possibilità di proporre lo spettacolo in due versioni parallele – al maschile e al femminile – ci consente inoltre di raggiungere contemporaneamente pubblici differenti, ad esempio in due punti distinti di un parco o in due classi diverse di una scuola, moltiplicando le occasioni di incontro e ascolto.
DATI TECNICI
SPAZIO IN NATURA adatto per un gruppo di ascolto di circa 50/60 bambini e bambine che si pongono a semicerchio in parte seduti a terra e in parte su sedie predisposte dall’organizzatore. Il luogo ideale un giardino o un parco. Adattabile anche in aule di adeguate dimensioni.
Analisi scene, costumi e scenografie:
La scelta artistica alla base di questo spettacolo è quella di garantire la massima sostenibilità e attenzione all’ambiente. Per questo motivo non sono previste scenografie né oggetti scenici invasivi: lo spettacolo è essenziale, pensato come Teatro in Natura, per essere quindi rappresentato in spazi aperti come parchi, giardini o cortili scolastici.
È adatto a un gruppo di circa 50-60 spettatori, disposti in semicerchio, parte seduti a terra e parte su sedie fornite dall’organizzazione.
Spazi ideali per la rappresentazione:
In presenza di un’area verde scolastica (orto didattico, giardino, parchetto), si consiglia di svolgere lo spettacolo all’aperto.
In caso di maltempo o assenza di spazi esterni adeguati, lo spettacolo può essere rappresentato in un’aula di scienze, un’aula magna o una biblioteca, ambienti che richiamano il contesto scientifico e che possano accogliere almeno due classi.
Gestione di più classi:
Se sono coinvolte più classi, è possibile organizzare due repliche in contemporanea, in spazi differenti all’interno della scuola.